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E' possibile assumersi la responsabilità di decisioni vincolanti su temi come la bioetica, la lotta al crimine, la tutela della salute mentale in un universo che sembra affidare all'apparato tecnico-scientifico la risposta ad ogni tipo di problema? Che spazio rimane per i giudizi di valore in un mondo affidato alla Tecnica? E' possibile dopo la "crisi dei fondamenti" e il declino della fiducia nella capacità della ragione, avere accesso alla verità, formulare concetti come equità, giustizia, solidarietà? Questi e altri interrogativi sono alla base di un dibattito che chiama in causa i filosofi italiani, i quali nei loro libri e nelle loro riflessioni si sono misurati con i grandi problemi del nostro tempo.